A. Vallisneri, Lezione Accademica intorno all’Origine delle Fontane, colle Annotazioni per chiarezza maggiore della medesima, di Antonio Vallisnieri, Pubblico Primario Professore di Medicina Teorica, e Presidente nell’Università di Padova. A Sua Eccellenza il Sig. Generale Co. Luigi-Ferdinando Marsilli, Venezia, Appresso Gio. Gabbriello Ertz, 1715, pp. 9-10.
«Ha questo particolar privilegio, o dottissimi Accademici, non solamente quella città, ma gran parte de’ borghi suoi, e de’ campi, e delle terre particolarmente verso Bologna, che in qualunque immaginabile sito si cavi il terreno alla profondità di sessantatre piedi romani, si trovi uno strato, come un pavimento di dura creta, che bucato con un certo trapano, lungo sei piedi, sbocca di repente dall’apertura fatta con tale, e tanto empito l’acqua compressa, e stivata in quelle angustie, che arriva in un batter d’occhio, torbida sulle prime, e rigogliosa, sino alla sommità del pozzo, d’indi schizza, e strabocca da’ margini del medesimo, e sparpagliandosi d’interno forma all’aria sfogata un fonte, che manchezza non riconosce giammai… Molti nostri antichi, e moderni filosofi, e medici hanno cercata l’origine maravigliosa di questi fonti, e tormentato il loro spirito in fingere cagioni ingegnosissime di attrazioni, di fuochi sotterranei, di lambicchi ne’ vicini monti, e di macchine non mai sognate dalla natura; quando bastava, che alcune miglia lontano salissero su i sovrapposti monti, ed osservassero, come colà le acque sotterrantisi formavano il sovrammentovato invisibile fiume; ed avrebbono di leggieri capito, essere quel desso, che loro dà le acque, e via via le pigne, e le mantiene, le quali, perché vengono dall’alto, perciò tant’altro di nuovo riascendono, finché sieno in contrapesamento colla loro scaturigine».
Ivi, p. 56.
«S’avverta, che quando dico un fiume sotterraneo, non intendo, che sotto Modana, e ne’ suoi dintorni vi sia un amplo cavo, come un grande alveo, o aperto canale, per lo quale libera scorra l’acqua, quasi Modana fosse posta su gli archi, o su le volte del medesimo. Suppongo la sua acqua, passante per sabbia, e ghiaia, e sassi, cioè come per trafila, i quali servono di puntelli, o come di brevi colonne sostenitrici dell’ultimo più denso strato, e di tutti gli altri al medesimo sovrapposti». |
Fontanile
Per falda acquifera si intende l’acqua discesa dalla superficie in profondità per filtrazione nel suolo e che si accumula, quindi, nel sottosuolo. Una volta penetrata, questa circola nei pori dei sedimenti sciolti (ghiaie e sabbie), nelle fratture e nelle discontinuità delle rocce e - nelle aree con rocce carbonatiche - in cavità di tipo carsico.
Le falde e le unità litologiche che le contengono, denominate acquiferi, si possono distinguere in due gruppi fondamentali: libere (freatiche) e in pressione (artesiane). Alla prima categoria appartengono le falde non delimitate superiormente da strati impermeabili, e la cui superficie superiore è dunque in grado di oscillare a seconda delle differenti condizioni di alimentazione e sfruttamento. Le falde artesiane sono invece confinate superiormente da livelli impermeabili (acquicludi), e dunque necessitano di interventi artificiali per raggiungere la superficie terrestre (inserimento nel suolo di tubi in grado di perforare lo strato impermeabile, realizzazione di pozzi artificiali). Una volta praticati questi interventi, l’acqua risale attraverso la comunicazione al di sopra del livello della falda fino a raggiungere una determinata quota, detta livello piezometrico. Molto spesso questo è situato al di sopra della superficie terrestre: in questi casi l’acqua zampilla all’esterno formando una sorgente, e si parla di falda artesiana in senso stretto.
Quando il livello piezometrico di una falda (freatica o artesiana) supera in altezza il livello della superficie del terreno, si verifica un affioramento d’acqua detto sorgente di emergenza. Tipici fenomeni di questo tipo sono i fontanili della Pianura Padana, in cui l’emergenza ha luogo in depressioni topografiche sia naturali che artificiali, ed è condizionata dalla differenza di permeabilità tra i sedimenti più grossolani dell’alta pianura (l’area di ricarica) e la bassa. L’acqua che rinasce nei fontanili è caratterizzata da un regime termico molto più stabile di quello atmosferico, rimanendo protetta dall’influenza del clima durante il tragitto sotterraneo. Da qui l’enorme importanza dei fontanili per la coltura e conservazione dei prati stabili artificiali (marcite), indispensabili per la produzione del foraggio fresco da destinare al bestiame d’allevamento durante la stagione fredda.
Nella foto si può osservare un tipico fontanile della Pianura Padana. È visibile il restringimento che dalla testa immette nell’asta. Riserva Naturale Orientata Fontanili di Corte Valle Re (foto Meloni). |