Inventario del carteggio

CONSULTAZIONE DELL'ARCHIVIO



Pietro Antonio Micheli (1679-1737) è una delle molte figure di naturalisti italiani del Settecento che, sebbene privi di una formazione accademica, svolsero un'attività di ricerca di alto livello scientifico, grazie a raffinate competenze e abilità sul piano osservativo e sperimentale, giungendo a esiti originali e innovativi, per i quali ottennero una certa fama nel loro presente storico, che però si dissolse rapidamente dopo la loro morte. Questi scienziati, che autorevole storiografia ha definito “figure dell'invisibilità”, furono spesso in relazione con i naturalisti più noti del periodo, con cui non poche volte collaborarono fruttuosamente, creando il contesto della scienza del tempo, nel quale presero forma stimoli determinanti per il progresso della scienza ufficiale e per le ricerche e la riflessione dei protagonisti più noti.

L'Edizione Nazionale vallisneriana ha sempre avuto come punto qualificante delle sue attività l'obiettivo di ricostruire e chiarificare al possibile il contesto nel quale Vallisneri si mosse e operò, nella convinzione che la definizione e la conoscenza dei suoi riferimenti scientifici e culturali fosse determinante per poter condurre nel modo migliore lo stesso sforzo dell'edizione critica delle sue opere.

L'inserimento nel sito web dell' Edizione Nazionale vallisneriana dell'Inventario e della trascrizione su supporto elettronico delle lettere del Carteggio di Pietro Antonio Micheli risponde a questa esigenza di ricostruzione del contesto della scienza del primo Settecento italiano. Inoltre, quantunque sinora non sia emersa una corrispondenza diretta fra Vallisneri e Micheli, molti dei protagonisti del carteggio di quest'ultimo lo sono anche di quello del professore patavino, evidenziando così l'interconnessione dei due ambienti e l'evidente utilità per gli studi vallisneriani, ma più in generale per la storiografia della scienza del primo Settecento, di questi documenti.
La ricerca finalizzata all'individuazione e alla raccolta del complesso del carteggio di Micheli è ancora largamente 
in progress e la parte sinora conosciuta è per lo più costituita dalla corrispondenza attiva e passiva del botanico fiorentino conservata nel Fondo Targioni Tozzetti della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, che raccoglie poco meno di mille lettere, comprese fra il 1710 e il 1737, di suoi corrispondenti italiani ed europei o a loro indirizzate. Il database che qui raccoglie Inventario e trascrizione delle lettere di e a Micheli è per ora relativo a questo nucleo del carteggio, ma ha come obiettivo di recepire progressivamente i dati e i documenti che si renderanno disponibili con il procedere della ricerca e con il rinvenimento di nuovi gruppi di lettere del carteggio del botanico fiorentino.

Il software per la creazione del database, sviluppato su piattaforma Linux da Angelo Mistò, è in tutto simile a quello utilizzato per l'inventario del carteggio di Antonio Vallisneri, alla cui introduzione si rimanda per l'illustrazione delle modalità del suo utilizzo. Esso contiene numerosi campi identificativi dei documenti, quali mittente e destinatario della lettera, consistenza e caratteristiche del documento, luogo di partenza e di arrivo della missiva, data, attuale luogo di conservazione e segnatura dell'originale, eventuali sue edizioni precedenti, ecc., oltre a uno spazio destinato al regesto delle lettere e uno alla sua trascrizione. È inoltre possibile compiere le usuali ricerche, nei testi trascritti, sulla presenza di nomi, dati e termini, che vengono restituiti evidenziati, nelle lettere in cui si trovano, con il semplice invio del termine che si desidera rinvenire, dopo che è stato digitato nell'apposita stringa.

La ricerca delle lettere del carteggio di Micheli, il loro studio, la loro trascrizione e il lavoro scientifico di creazione dell'Inventario sono opera di Federica Leonardi. L'intera iniziativa è stata resa possibile grazie ai finanziamenti generosamente elargiti da Elena Brambilla e dalla Società Botanica Italiana di Firenze, alle quali non può che andare la gratitudine della Commissione nazionale vallisneriana e mia.

Milano, 12 ottobre 2013

Dario Generali

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